Le normative sono un aspetto fondamentale per chi lavora nel campo dei serramenti e dell’edilizia in generale. L’insieme di leggi e parametri che regolano la produzione, l’installazione e la manutenzione degli infissi viene spesso visto come un insieme nebuloso di principi difficili da afferrare e ancor più complessi da applicare. Ma a ben vedere, spesso basta uno sguardo un po’ più attento per scorgere la filosofia che sta dietro a questi principi e coglierne le ragioni.
È il caso, ad esempio, delle nuove linee guida per l’edilizia scolastica, recentemente sviluppate dal Ministero dell’Istruzione e approvate dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni. Il nuovo insieme di norme sostituisce quello precedente, datato 1975, e rispecchia le esigenze di una scuola profondamente diversa da quella di quarant’anni fa. In sostanza, se la scuola si rinnova, anche gli edifici scolastici devono cambiare. Di più, è la filosofia stessa delle regole a trasformarsi: si passa infatti da uno stile prescrittivo, con obblighi e direttive, a un approccio “prestazionale”, che individua i risultati e i livelli di performance richiesti lasciando più libertà sui modi per ottenerli.
Quando si parla di infissi e superfici vetrate, in realtà, le prescrizioni non scompaiono: “gli infissi dovranno rispondere alla recente normativa europea ed essere realizzati con vetri antisfondamento […] di classe 2B2, e di classe 1B1 per le superfici finestrate ad altezza parapetto fino a cm 90 da terra o comunque a pericolo di caduta”. Poco oltre, una raccomandazione: “Per i parapetti si consiglia di mantenere un’altezza superiore a quella minima di legge, ed è consigliabile utilizzare quote di cm 115-120 per evitare scavalcamenti”.
Lungo il documento, sedici pagine fitte di dati e indicazioni, emergono poi molti spunti interessanti per capire il livello di prestazioni richiesto dal Ministero. Si fa riferimento, ad esempio, al fatto che ormai la centralità dell’aula è superata dai moderni metodi didattici: è importante prevedere spazi modulari in cui le pareti e le porte possano scorrere per dividere i volumi in modi diversi. In questo senso, la normativa suggerisce l’impiego di “pareti trasparenti” capaci di estendere i confini dell’aula oltre quelli fisici della stanza. La versatilità degli spazi è il principale motivo conduttore di tutto il documento, che ribadisce in più punti come le aree destinate alla didattica debbano essere pensate per accogliere di volta in volta piccoli gruppi di studenti – i cosiddetti “mini-atelier” –, laboratori di vario tipo, sino a grandi numeri di allievi di più classi insieme.
Agli spazi esterni è poi dedicata una parte specifica. Qui si dice ad esempio che “i giardini possono diventare giardini d’inverno […] utilizzati per tutta la stagione fredda ricorrendo a porte scorrevoli o a soffietto, o eventualmente anche a coperture vetrate scorrevoli, ricreando la versione contemporanea degli antichi chiostri”.
Con grande attenzione si sottolineano poi gli aspetti di isolamento acustico e termico, e in generale tutti i parametri legati alla buona vivibilità degli spazi, come ad esempio la qualità dell’aria e i sistemi di ventilazione naturale favoriti da opportune soluzioni che coinvolgono i serramenti.
Le linee tracciate dalla normativa lasciano trasparire uno sguardo davvero nuovo su tutto il mondo dell’edilizia scolastica. Un complesso di idee che, partendo dai principi di una moderna didattica, ispira in modo consapevole e responsabile le regole per costruire la scuola dei prossimi decenni.
Il testo integrale della normativa è consultabile qui e scaricabile in pdf.