Il 14 gennaio è stata inaugurata a Torino la nuova stazione di Porta Susa, la prima stazione ad alta velocità italiana sulla linea Parigi-Roma.
La cerimonia a cui hanno preso parte il Presidente del Consiglio Mario Monti, il Presidente di Ferrovie dello Stato Italiane Lamberto Cardia, l’Amministratore Delegato Mauro Moretti oltre al sindaco Piero Fassino e alle autorità provinciali e regionali, ha celebrato la nascita di una stazione all’avanguardia.
Non solo un polo di scambio fra Alta Velocità, treni regionali, metropolitana, bus, tram, automobili e mezzi a due ruote: la nuova stazione, progettata da un consorzio formato da Arep, Silvio D’Ascia e Agostino Magnaghi, offre un insieme ampio e completo di servizi, commerciali e culturali, ed è oggi uno degli esempi più significativi di come possano fondersi sostenibilità energetica e funzionalità.
La stazione è composta infatti da una galleria di 380 metri coperta da una struttura di alluminio che accoglie la superficie di vetri fotovoltaici a trasparenza variabile: un’area di 10.500 mq capace di fornire 770 kWp di potenza nominale (più del 30% del fabbisogno della stazione). A causa della curvatura della superficie in alluminio, leggermente sinusoidale, i pannelli solari sono stati progettati su misura, in speciali forme a trapezio. All’interno della galleria una serie di volumi in acciaio e vetro racchiudono un basamento in cemento di due livelli, occupato dai parcheggi e dai locali tecnici.
Una galleria conduce a sud verso la torre di servizi pubblici e a nord verso la collegata con la vecchia stazione. I percorsi sono assicurati da un sistema di circolazioni verticali multiple che garantiscono agevolmente le connessioni tra i cinque livelli della stazione. Luogo di urbanità e intermodalità, la stazione di Torino Porta Susa è un progetto con un grande impulso innovatore, ma con chiari riferimenti al passato: da un lato le grandi e classiche gallerie urbane delle città italiane, dall’altro lato le grandi hall delle stazioni storiche europee del XIX secolo.