Le storie delle aziende sono storie speciali. In nessun altro luogo si ritrova quell’alchimia fra vicende umane e sfide tecniche che è l’essenza di una comunità di persone che lavorano insieme. Questo succede ancor di più se si sceglie di rimanere fedeli per molti anni a una stessa azienda, vedendola crescere, cambiare, magari trasformarsi profondamente. Altri tempi, si dirà. Può darsi, ma chi ha avuto l’esperienza di lavorare per una vita nella stessa realtà sa bene quanto può essere bello avere una storia così lunga da raccontare e un patrimonio di esperienza tanto ricco da racchiudere l’intera avventura di un marchio.
Quelli che conoscono Ugo Guzovich sanno che è un esempio perfetto di tutto ciò. Pochi giorni fa ha lasciato Savio per godersi una meritatissima pensione, e lo ha fatto dopo più di trent’anni di lavoro in cui ha coordinato le attività commerciali in tutto il sud Italia.
Partendo come venditore nell’83 in quella che si chiamava Savio Capaldo, e poi dall’89 come capo area per Savio, Ugo ha seguito tutta l’evoluzione dell’azienda e ha contribuito a plasmarne l’immagine, con la grinta e la fantasia che lo contraddistinguono. “Da realtà più rigida e di impronta patriarcale – racconta – Savio è divenuta negli anni un’azienda moderna in tutto e per tutto, con linee guida chiare ma anche con più spazio per l’iniziativa personale. Per chi fa il mio mestiere, infatti, avere una direzione chiara e una giusta autonomia nel seguirla sono i segreti per lavorare nel migliore dei modi”.
Il mercato è cambiato e oggi chi ha compiti squisitamente commerciali lo sa particolarmente bene: “vendere è sempre una sfida, e in periodi non semplici lo è ancora di più – dice Ugo con il suo bell’accento campano – ma noi venditori e capi area abbiamo sempre dovuto metterci intraprendenza e senso dell’opportunità. Mi ricordo di una volta in cui abbiamo chiuso un buon contratto con un cliente che ci ha chiamato mentre era convalescente in ospedale: lui, nonostante la situazione, voleva concludere l’accordo in tempi brevi e noi siamo tornati a casa con un bell’ordine”.
In questi anni, ricorda Ugo, molto è cambiato in questo settore: “prima si aveva a che fare con realtà prettamente artigianali, ma con il passare del tempo l’aspetto tecnologico, in azienda e nei confronti dei nostri clienti, è diventato sempre più importante, fino ad assumere un ruolo centrale”. Ma con il suo piglio aperto e cordiale, Ugo vede la cosa con una buona dose di semplicità: “al di là della giusta attenzione alla tecnologia, mi piace sempre dire che noi per mestiere, in fondo, tappiamo dei buchi: è un bel modo per rimanere ancorati alla realtà di ogni giorno. E soprattutto, finché ci saranno aperture a cui mettere un vetro, il nostro lavoro sarà sempre un gran bel lavoro”.
Un abbraccio a Ugo da tutti noi di Savio, con la certezza che saprà godersi al meglio la nuova vita che lo aspetta.
Un grazie di cuore per le splendide parole, e’ stato bello trascorrere questi anni con voi, auguro a tutti i miei colleghi un buon proseguimento e colgo occasione per salutare e ringraziare tutti i clienti con cui ho avuto il piacere di lavorare.
Ugo Guzovich