Sinora abbiamo esplorato il mondo degli showroom analizzando ciò che significa aprire un punto espositivo per i propri serramenti, che sia in uno spazio attiguo al negozio-laboratorio o in un luogo separato. Come abbiamo visto, nulla può essere improvvisato in un settore come questo: per avere successo ci vogliono idee chiare, impegno e pianificazione. Ma c’è un’alternativa che si può prendere in considerazione per capire in modo diretto e più facile se la “dimensione negozio” fa per noi: aprire un temporary shop.
Che cos’è un temporary shop
È un negozio a tutti gli effetti, ma aperto solo per qualche settimana (in realtà, da 1 giorno a 6 mesi) per promuovere un brand o lanciare un prodotto sul mercato. I negozi temporanei sono una recente evoluzione nel settore commerciale (al dettaglio, s’intende) e puntano sulla brevità dell’offerta e sulla stagionalità. Nati in Inghilterra negli anni ’90, sono un ottimo strumento per sondare la reazione del pubblico e misurare il gradimento dell’offerta, oltre che per mostrare i propri prodotti a un pubblico che difficilmente si riuscirebbe a raggiungere. Molti li definiscono come “campagne di marketing” che si finanziano con la vendita degli stessi prodotti che promuovono: un punto di vista interessante.
I vantaggi di un negozio temporaneo
Se si vende un prodotto innovativo o una particolare variante originale di un determinato prodotto, un negozio temporaneo può essere particolarmente efficace. Questo vale anche per un servizio specifico o un prezzo-offerta particolarmente allettante, magari limitato al periodo di apertura del negozio.
Un temporary shop ha costi relativamente ridotti, una burocrazia semplificata (vedi poco sotto) e può essere aperto in un momento dell’anno particolarmente favorevole. Per i serramenti, ad esempio, l’inizio della stagione calda.
Un negozio di successo
Un fattore determinante è certamente la location: scegliere bene la zona è il primo punto nella lista di un buon temporary shopper. Qui la regola è semplice: dev’essere una zona di passaggio, frequentata da possibili clienti in target con il prodotto che si vende, oppure vicina al luogo in cui si tiene un evento che ci interessa dal punto di vista commerciale (una fiera, una manifestazione sportiva…).
Altro elemento, come abbiamo accennato, è l’attrattività dell’offerta. I prodotti devono avere la capacità di catturare l’attenzione in breve tempo per un fattore decisivo e oggettivo: la qualità, le doti tecniche, l’estetica, il prezzo, i servizi connessi.
Sì, ma quanto costa?
I costi per l’affitto del locale variano molto a seconda della posizione e del contesto. Quelli per l’allestimento saranno di certo inferiori rispetto a uno showroom: in un temporary shop non ci si aspetta di trovare un ambiente espositivo strutturato: a vincere sono il prezzo, l’offerta, la qualità del prodotto in sé.
E come la mettiamo con le tasse?
Se il temporary shop è aperto per meno di 30 giorni annui non è necessario nessun adempimento fiscale o amministrativo particolare, in quanto l’attività è considerata occasionale. Nel caso si tenga aperto da 30 giorni a 6 mesi bisogna invece presentare una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al comune di competenza. Tutto ciò partendo dal presupposto che si abbia una partita iva legata all’esercizio di un’attività commerciale.
Il consiglio è di rivolgersi al proprio commercialista per farsi consigliare e seguire in modo puntuale.