Se chiedete nell’ambiente chi è Bruno Rosevich, la maggior parte degli addetti ai lavori vi risponderà che è “un’autorità”. Negli ultimi 27 anni, la sua presenza ai principali tavoli di lavoro europei che si occupano di normative è stata una costante: Rosevich ha visto crescere tutto il comparto, dotarsi di regole sempre più chiare in termini di prestazioni, qualità e sicurezza, ma soprattutto ha contribuito con il suo lavoro senza sosta a difendere le istanze della nostra industria nazionale, vincendo sfide importanti per tutti. Lo ha fatto con lo stile ed il garbo inconfondibile che lo contraddistinguono, ma alzando la voce quando necessario: chi ha avuto a che fare con lui, magari dall’altra parte del tavolo, lo sa molto bene.
Oggi Bruno ha scelto di concludere la propria attività nel WG4-TG13, il gruppo di lavoro all’interno del Comitato Europeo di Normazione di cui è stato a capo – così come di molti altri gruppi tecnici – per godersi finalmente un po’ di riposo e, come ha scritto lui stesso nella lettera di commiato, “lasciare che altri continuino il lavoro”. Un’eredità preziosa e stimolante, visto che gli obiettivi raggiunti sono stati molti in un settore in cui gli interessi in campo sono importanti e spesso difficilmente conciliabili.
In occasione degli ultimi meeting, Bruno Rosevich ha ricevuto significativi messaggi di stima da tutti i colleghi benché si sia spesso trovato a sostenere, a volte contro di loro, posizioni che contrastavano gli interessi italiani. Nell’ultima riunione del WG4-TG13 a Salisburgo, ad esempio, i colleghi hanno riservato a Bruno un’autentica festa di celebrazione, dedicando un bel libro alla sua storia professionale e tagliando insieme una torta Sacher molto speciale, personalizzata per l’occasione. Durante la festa sono arrivate testimonianze di apprezzamento perfino da manager di aziende concorrenti. Sì, perché se chiedete chi è Bruno Rosevich vi diranno subito che è anche – a noi piace dire soprattutto – un uomo Savio: di questo, noi, siamo immensamente orgogliosi.
Grazie di cuore, Bruno!