Si fa presto a dire “nuovo prodotto”. In queste due parole così semplici e comuni si nasconde un percorso complesso, molto spesso piuttosto lungo, fatto di analisi, scelte, decisioni, e quasi sempre anche qualche notte insonne passata in laboratorio o in officina. La strada che porta dall’idea iniziale al prodotto finito è appassionante e piena di aspetti nascosti che a volte neppure gli addetti ai lavori conoscono a fondo. Per questo abbiamo pensato di ripercorrerla insieme, partendo naturalmente dall’esperienza di Savio. In questo e in alcuni dei prossimi post seguiremo dunque le fasi attraverso cui nasce uno dei nostri accessori per serramenti: vedremo le figure coinvolte, il lavoro e le implicazioni che stanno dietro ad ogni scelta strategica, e ci renderemo conto di tutti i passi che ci vogliono per vedere un’intuizione diventare realtà. Cominciamo con i primi due.
1. Ascoltare il mercato
Si parte sempre da una domanda, ed è probabilmente la più difficile di tutte: “di cosa ha bisogno il nostro cliente?”. Solo ascoltando con mente aperta le esigenze di serramentisti, rivenditori e gammisti si possono trovare risposte a questo interrogativo. Ecco perché il primo passo è sempre il più importante. Naturalmente ci sono molti strumenti attraverso cui “ascoltare” il mercato. La rete vendita è il primo e il più naturale: i riscontri che arrivano dagli agenti vanno captati in modo scientifico, sistematico, e da questo punto di vista è importante che la direzione commerciale riesca sempre a sentire “che aria tira” sul campo, mantenendo vivo il contatto con i propri uomini. Poi ci sono le ricerche di mercato di istituti specializzati e strumenti come il telemarketing, o marketing telefonico, con cui è possibile fare indagini mirate sulle opinioni e le esigenze dei clienti. Infine, c’è il cosiddetto “marketing analitico”, che si occupa di sondare i trend di mercato studiando le stesse ricerche o cercando di anticipare i nuovo possibili scenari che arrivano dal mondo dell’edilizia e dell’architettura. Qui i tecnici vagliano le nuove possibilità costruttive, le tecnologie emergenti e le eventuali novità normative da cui possono nascere territori inesplorati in cui piantare la propria bandierina. Magari per primi.
2. La lista dei desideri
Una volta capito qual è il prodotto che vogliamo è tempo di mettere giù un elenco delle caratteristiche che vorremmo che avesse. Una lista dei desideri che parli di prestazioni, materiali, funzioni, insomma il primo scalino di ciò che si chiama propriamente “ricerca e sviluppo”. Attenzione, però: si parla di desideri ma qui non c’è spazio per i sogni. La lista dev’essere il più possibile precisa in termini di dati e specifiche, tanto più se il prodotto è del tutto nuovo. È una fase cruciale e durante questo periodo – che può durare mesi – il nostro elenco subisce continue modifiche, è sottoposto a costanti rivalutazioni. Si fanno molte riunioni per valutare l’avanzamento dei lavori, verificare i risultati possibili e spingere l’asticella sempre un po’ più in su, alla ricerca delle migliori prestazioni possibili in una o più direzioni. Certo, è anche una questione di compromessi, ma per un’azienda che vede l’innovazione come proprio obiettivo si tratta sempre del miglior compromesso possibile, almeno in quel preciso momento storico. A volte, se le premesse non sono confortanti, in questa fase si può lasciar perdere tutto e abbandonare: se non soddisfa i requisiti fissati, e se per vedere la luce deve sacrificare una o più caratteristiche ritenute fondamentali… beh, il nostro progetto non ha le carte per proseguire. Magari viene solo accantonato e ripreso più in là: alcuni dei nostri progetti migliori hanno dovuto aspettare un po’ prima che nuove tecnologie e soluzioni li trasformassero in qualcosa di realmente possibile.
Quel che è sicuro, però, è che come in una specie di “darwinismo tecnologico” solo i migliori ce la fanno.