Qualche settimana fa abbiamo inaugurato una breve serie di post dedicati alle analisi, alle scelte e alle decisioni che stanno dietro alla creazione di un nuovo accessorio per serramenti.
L’idea è di ripercorrere insieme la strada che porta dall’idea iniziale al prodotto finito e scoprire tutti gli aspetti nascosti che spesso neppure gli addetti ai lavori conoscono a fondo.
Abbiamo cominciato con le prime due fasi in ordine temporale:
1. l’analisi delle richieste del mercato
2. la compilazione di una “lista della spesa” capace di soddisfarle.
Oggi proseguiamo con uno dei passi più delicati di tutto il percorso, entrando nel vivo delle attività in laboratorio.
3. Progettare un prodotto
Quando viene approvata la cosiddetta “wish list”, ossia l’elenco delle caratteristiche salienti che il prodotto deve possedere, tutti i file e i documenti passano nelle mani dell’ufficio tecnico in cui lavorano i progettisti. Solitamente, in questo campo si utilizza un software CAD (Computer Aided Design, progettazione assistita da un computer) di tipo “parametrico tridimensionale”, un termine che sa di fantascientifico e che in effetti ha del prodigioso: è un complesso programma di modellazione in grado di ricreare in tutto e per tutto il nostro prodotto in un ambiente virtuale. Attraverso questa simulazione, la stessa che si utilizza nel design automobilistico, i tecnici valutano tutti i fattori a cui sarà sottoposto il prodotto reale: carichi, forze, sollecitazioni. Così si identificano i possibili punti critici e si riconsidera la progettazione calcolando le geometrie più opportune, capaci cioè di prevenire eventuali difetti strutturali.
Questo tipo di modellazione si basa su un concetto matematico chiamato “progettazione degli elementi finiti”. Non vogliamo entrare troppo nel dettaglio, ma è interessante sapere che per ricreare una simulazione il più possibile fedele del prodotto finale, il software non fa altro che scomporlo in una griglia di figure geometriche. Così, ad esempio, la superficie curva e continua di una maniglia sarà simulata attraverso tante piccole aree piane, passando da un numero infinito di elementi (i punti di una curva) a un universo finito (le facce di un solido). Altrimenti sarebbe impossibile effettuare calcoli e simulazioni in tempo reale. È qualcosa di simile a ciò che accade ad esempio con le fotografie stampate su un giornale: guardandole sembrano un insieme ininterrotto di colori e sfumature, come nella realtà, ma osservandole sotto una lente di ingrandimento si scopre che sono composte da piccoli puntini circolari, ciascuno di un unico colore, combinati insieme.
Tutto ciò dovrebbe darvi l’idea di quanto il lavoro di tecnici e progettisti sia cruciale nella nascita di un nuovo prodotto, senza contare che a complicare notevolmente le cose ci sono le regole imposte dalle normative. Un’azienda come Savio, che commercializza i suoi prodotti in 59 paesi, deve tener conto delle diverse leggi vigenti in ciascuno di essi ogni volta che pensa un nuovo accessorio, cercando di sposare nel migliore dei modi le esigenze ingegneristiche con i paletti della normativa. Sempre che ci si trovi in terreni già regolamentati: altrimenti, come accade non di rado, l’equilibrio fra regole e innovazione è demandato alla sensibilità e alla responsabilità di chi crea nuove soluzioni per il mercato.