Quando è stato inaugurato, nel 2012, ha fatto subito molto discutere architetti e appassionati di montagna. Un “tubo” bianco e rosso a strapiombo su uno dei panorami alpini più belli e selvaggi, una struttura che non prende a prestito nulla delle architetture montane tradizionali, ma punta tutto su semplicità, economicità costruttiva, modularità ed efficienza energetica. Il bivacco Gervasutti, sospeso a 2835 metri sulla Val Ferret, in Valle d’Aosta, è certamente un “caso” nella progettazione di strutture di montagna e nell’architettura “estrema” in senso lato. Un caso che però non è rimasto unico per molto, dal momento che questo modello tutto italiano di rifugio alpino ha recentemente oltrepassato i confini nazionali per arrivare in Russia, sulle montagne del Caucaso settentrionale. Chi storceva il naso all’inizio, guardando questa strana astronave atterrata sulle cime di Courmayeur, ha dovuto dunque ricredersi: il progetto degli architetti torinesi Luca Gentilcore e Stefano Testa ha conquistato le autorità russe per le sue caratteristiche decisamente fuori dal comune, e ben tre nuove unità del LEAP – Leaving Ecological Alpine Pad, così si chiama il modello di bivacco – sono state installate a 4000 metri di quota lungo la via normale al Monte Ebrus, un vulcano estinto di 5642 metri.
Come il bivacco valdostano, anche le strutture russe hanno un disegno tubolare, due camerate ciascuna, una zona giorno con cucina e una grande vetrata che regala agli alpinisti una vista mozzafiato sul panorama che le circonda. I bivacchi sono alimentati da speciali pannelli solari flessibili, che aderiscono alla superficie curva della costruzione, e sono completamente autosufficienti dal punto di vista energetico. Luci, computer, connessione internet, impianto Wi-Fi, oltre al riscaldamento interno traggono energia da un cogeneratore, mentre un sofisticato sistema di trattamento dell’aria e una gestione ecologica dei reflui organici assicurano un impatto ambientale realmente pari a zero.
“Il bivacco Gervasutti ha avuto un’inaspettata risonanza mondiale – racconta l’architetto Gentilcore – e sono stati i russi a contattarci. Avevano già diversi preventivi in mano, ma decidere per progetti più tradizionali di bivacco significava avere davanti quattro o cinque anni di lavoro e una spesa decisamente superiore. Noi in tre giorni abbiamo montato le unità e i costi di cantiere si sono praticamente azzerati”.
L’operazione in Russia è stata commissionata dal North Caucasum Mountain Club, con l’obiettivo di sviluppare sul territorio i servizi per lo sport, l’avventura e l’eco-turismo.
Clicca qui per vedere un video girato nel bivacco Gervasutti.
Chi volesse provare l’esperienza emozionante di una notte ad alta quota può trovare tutte le istruzioni sul sito ufficiale del bivacco.