Il suo nome, pronunciato per esteso, era Filippo di ser Brunellesco Lapi, anche se nessuno probabilmente lo chiamò mai così. Per tutti fu ed è semplicemente “il Brunelleschi” il simbolo dell’architettura più alta e magnificente, e non solo di quella rinascimentale. Nato a Firenze nel 1377 e cresciuto come apprendista orafo e scultore, Filippo Brunelleschi si dedicò poi all’arte di costruire, di fatto inventando la figura dell’architetto moderno, un professionista a tutto tondo che non si occupa solo della parte operativa e tecnica – come avveniva con i mastri d’epoca medievale – ma ritaglia per sé un ruolo chiave anche nella fase progettuale, mescolando sapientemente matematica, geometria e storia.
Le sue opere sono note in tutto il mondo perché esprimono un’inedita e magistrale armonia fra magnificenza e leggerezza. Un risultato ottenuto anche grazie a tecniche rivoluzionarie, come per la cupola di Santa Maria del Fiore, a Firenze, costruita senza l’ausilio della centina – la base d’appoggio per gli archi e le volte – e utilizzando uno dei primissimi esempi di cemento armato.
Secondo molti studiosi, il primo segreto di questa armonia formale è racchiuso nel “modulo”, una figura di base da cui Brunelleschi partiva ripetendola o dividendola per proporzionare un edificio. Nello sguardo di chi osserva, ciò produce un ritmo riconoscibile che dà al risultato finale una grande purezza, un’esattezza geometrica che, unita a un uso sempre molto pulito degli elementi decorativi, è la firma inequivocabile del grande maestro fiorentino. Ogni suo edificio ha una prospettiva molto evidente – Brunelleschi ha ideato la prospettiva “centrica”, con un unico punto di fuga – che gli dona leggerezza e linearità.
Non sorprende affatto, dunque, che il marketing Savio abbia pensato al maestro fiorentino per battezzare la nuova soluzione di cui parleremo fra qualche post, e che ha nella linearità delle forme la sua caratteristica estetica più evidente.
Tornando ai capolavori rinascimentali, però, chi vuole ammirare il lavoro di Filippo Brunelleschi non ha che da fare un bel viaggio a Firenze: quasi tutte le sue opere architettoniche sono infatti nella città dei Medici. Fra tutte, la cupola di Santa Maria del Fiore, di cui abbiamo detto, i pannelli del Battistero e di Piazza della Signoria, lo Spedale degli Innocenti, la basilica di San Lorenzo, il pulpito di Santa Maria Novella.