Qualche settimana fa abbiamo parlato delle Smart City, e di ciò che significa per una città diventare davvero “intelligente” sotto più punti di vista. Abbiamo anche sottolineato come un percorso di questo genere abbia bisogno di un cambio di visuale da parte di tutti: cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. È vero che spesso i cambiamenti partono dal basso, ma senza un riconoscimento a livello più alto si rischia di non riuscire a dar corpo alle trasformazioni. In Italia, quest’anno è nato uno strumento che vuole proprio dare impulso alla dimensione politica del cambiamento, promuovendo e sostenendo i temi che ne sono coinvolti. Si chiama Osservatorio Smart City, ed è stato costituito dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) in partnership con il Forum PA.
L’idea dell’Osservatorio parte da una precisa convinzione: la cornice di sviluppo delle “città intelligenti”, stabilita a livello europeo, va per forza adattata alla realtà italiana. Per questo sono necessari studi e proposte su come tradurre in politiche concrete i concetti-quadro pensati in Europa e immaginare modelli replicabili da mettere a disposizione dei comuni italiani che vogliono imboccare il percorso per diventare “smart”. In sostanza, l’Osservatorio funzione come:
- spazio per la diffusione di dati e informazioni sui temi dell’innovazione e della sostenibilità, aperto a ogni contributo: università, istituzioni, imprese, società civile
- strumento per condividere le esperienze più significative e le più interessanti soluzioni tecnologiche
- guida per dare alle amministrazioni pubbliche un sostegno nelle specifiche scelte sul territorio
Lo sviluppo delle attività dell’Osservatorio si divide in tre fasi:
- la definizione del Vademecum: costruire con le città aderenti un insieme di regole che integrino le esperienze locali con quelle individuate a livello internazionale, insieme ai contributi delle aziende, delle associazioni e delle università
- l’accompagnamento: le città potranno adottare in tutto o in parte quanto definito nel Vademecum e scegliere di procedere al percorso di pianificazione delle attività o lavorare con una o più città al trasferimento di esperienze
- la sperimentazione: l’iter di pianificazione definito nel Vademecum è messo in pratica su almeno 3 città selezionate, con la consulenza costante dell’Osservatorio nelle fasi del percorso, dall’analisi al reperimento dei finanziamenti, dal coinvolgimento dei cittadini all’individuazione delle soluzioni tecnologiche.
Oggi sono 64 le città che si sono fatte promotrici delle idee nate dall’Osservatorio, ma per i comuni italiani è possibile aderire in ogni momento, cominciando il percorso.
Scopri di più sul sito dell’Osservatorio Smart City