Gli oggetti tecnologici che usiamo ogni giorno non sembrano fatti per durare. Anche i nostri smartphone da centinaia di euro non sfuggono alla “legge dei due anni”: finisce la garanzia, il tasto non è più così sensibile, la memoria scarseggia, la fotocamera fa i capricci… E poi diciamolo, il marketing dell’hi-tech fa di tutto per indurci a sostituire periodicamente i nostri dispositivi, e la maggior parte di noi ci casca puntualmente. Non è però solo questione di “etica del consumismo“: le migliaia di rifiuti che si creano non sono affatto facilmente gestibili, sono ben lontani dall’essere biodegradabili e contengono componenti altamente inquinanti.
Un gruppo di lavoro guidato dal designer olandese Dave Hakkens ha messo a punto un prototipo di smartphone in cui è racchiusa un’intelligente soluzione al problema. Phonebloks, così si chiama il telefonino, è fatto di blocchi componibili come i mattoncini Lego, connessi a una piastra che funziona da base. Ogni blocco contiene una parte del telefono: memoria, schermo, fotocamera, tasti, microfono… Così se una funzione diventa lenta, obsoleta o semplicemente si guasta, è possibile sostituire solo quella senza cambiare l’intero dispositivo.
La filosofia che sta dietro a Phonebloks realizza in modo semplice e perfetto il concetto di “personal media”, un oggetto interamente costruito intorno alle necessità di chi lo usa. Ciascuno può infatti investire sul componente che più gli interessa, acquistandolo o addirittura costruendolo da solo secondo i principi dell’open source hardware (sul modello Arduino).
Ma Phonebloks è ancora un progetto: per trasformarlo in realtà il gruppo di designer e tecnici ha attivato una piattaforma di crowdfunding, fissando anche una giornata in cui lanciare ufficialmente l’idea: il 29 ottobre.
Sul sito di Phonebloks è possibile sostenere l’iniziativa.
Twitter: https://twitter.com/davehakkens