Più della metà degli abitanti del nostro pianeta vive in una città, e tutto lascia pensare che aumenteranno rapidamente. Secondo i dati in possesso della Commissione Europea, poi, circa quattro quinti dell’energia prodotta nel mondo è consumata nelle città, dove si concentrano i luoghi della produzione. Per dare impulso a uno sviluppo sostenibile e affrontare con consapevolezza i problemi legati allo sfruttamento delle risorse del pianeta – e alla conseguente qualità della vita – è dunque fondamentale capire in che direzione stanno andando le città, e quali sono le strade migliori da percorrere.
Una di queste è identificata oggi con il nome di “smart city“: un concetto dalle molte sfaccettature, ma che in sostanza significa vedere la città come un insieme coordinato, in cui le tecnologie sono usate per creare un sistema sostenibile dal punto di vista energetico, ambientale e sociale. Una “città intelligente”, in sostanza, deve agire attivamente per migliorare la qualità di vita dei propri cittadini, e deve farlo coniugando le esigenze dei singoli, gli interessi delle imprese e il rispetto per le risorse del territorio.
Utopia? In realtà, come spesso accade, è solo questione di volontà politica: oggi le tecnologie green a basso costo sono disponibili, gli investimenti nelle nuove energie si ripagano velocemente e ci sono tutte le condizioni per iniziare a cambiare davvero. I buoni esempi in questo senso non mancano: l’Unione Europea incentiva le smart city – si prevede un investimento fra i 10 e i 12 miliardi di Euro da qui al 2020 – e molti governi stanno attivando progetti concreti di sostegno alle nuove tecnologie verdi: auto ibride o a basse emissioni, energie rinnovabili, sistemi innovativi di riciclo, progetti di nuova mobilità urbana. Il sostegno delle istituzioni è fondamentale, perché le imprese continueranno a investire in questo settore solo se potranno farlo in un contesto favorevole, anche dal punto di vista normativo.
Storicamente, la prima città al mondo a imboccare questa strada è stata Rio de Janeiro, che ha inserito nei propri piani di sviluppo l’uso di tecnologie intelligenti per ridurre fattivamente gli sprechi nel settore energetico e gestire in modo proficuo lo smaltimento dei rifiuti. In Italia, Torino è fra le città più attive: con il progetto Torino Smart City propone un nuovo modello di città, capace di intrecciare in modo intelligente tecnologia e logistica. La metropolitana a basso impatto ambientale, l’incentivazione del teleriscaldamento, i progetti di co-housing e il nuovo piano della la mobilità ciclabile (BiciPlan) sono tutti modi di riscrivere le regole del vivere comune, azioni concrete attraverso cui lo scorso febbraio la città si è candidata ufficialmente al titolo di Smart City.
In un mondo che si trova di fronte a cambiamenti economici e ambientali di portata così vasta, il cosiddetto “capitale naturale” – aria, acqua, terra, ecosistemi sociali – deve entrare nei bilanci delle nazioni e delle amministrazioni cittadine. Solo così si può affrontare il futuro in modo produttivo e lungimirante, trasformando il mutamento in sviluppo.
Guarda la mappa delle smart city in Europa.