Nell’ultimo post sulla qualità dell’aria ci siamo soffermati su tutti i fattori che rendono “pesante” l’atmosfera nelle nostre case e negli uffici in cui passiamo gran parte del giorno. Ci torneremo presto, prendendo in considerazione nello specifico alcune delle sostanze più dannose e le ragioni della loro concentrazione negli ambienti chiusi. Ora però proviamo a uscire di casa per un momento e cerchiamo di capire che aria tira. Sì, perché (l’abbiamo accennato qui) in buona parte la salubrità dell’aria che respiriamo a casa dipende da un sottile e volatile equilibrio fra ambiente interno ed esterno, ed è molto più difficile preservare la qualità dell’aria indoor se ci si trova in una zona a forte inquinamento.
Un dato significativo per rendercene conto: secondo la Scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Pechino, nel 2012 nelle quattro principali città cinesi – Pechino, Shanghai, Guangzhou e Xìan – sono morte 8572 persone per cause direttamente connesse con l’alto livello di inquinamento dell’aria, uno dei più elevati del pianeta. Le principali responsabili di tutto ciò sono le ormai famigerate “polveri sottili”. Ma cosa sono esattamente? Il cosiddetto “particolato” (PM, Particulate Matter) è costituito da un insieme di particelle molto piccole, solide o liquide, disperse nell’atmosfera, classificate a seconda delle loro dimensioni: le polveri sottili (dette anche PM10) sono quelle con diametro fino a 10 milionesimi di metro. Le PM10 sono composte principalmente dalle emissioni di scarico dei mezzi a motore, dalla combustione del legno, dalle dispersioni di materiale nei cantieri edili e dai processi chimici che intervengono in queste stesse sostanze dopo che sono state liberate nell’aria. Le loro minuscole dimensioni consentono alle polveri di penetrare nelle ramificazioni più sottili dei polmoni, per poi raggiungere i vasi sanguigni e linfatici con conseguenze molto gravi per la salute di chi le respira. Si stima ad esempio che se nelle quattro città cinesi citate poco fa la concentrazione di particolato scendesse almeno al livello di guardia indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ossia 10 microgrammi per metro cubo, i morti si ridurrebbero di circa l’80%.
Ma il vero punto è questo: migliorare la qualità dell’aria delle nostre città è un processo che richiede certamente grande impegno e molto tempo. Ciò che possiamo fare subito è cercare di “difenderci” dall’aria esterna quando siamo a casa o in ufficio, sempre a patto che l’ambiente chiuso sia più salubre di quello fuori…
Per questo, un sistema di filtraggio come quello di Thesan Aircare è una soluzione semplice e particolarmente efficace. Quando cambiare aria aprendo semplicemente le finestre farebbe entrare in casa una grande quantità di agenti inquinanti, Aircare consente un continuo ricambio fra esterno e interno con un alto grado di filtrazione che a seconda del tipo di filtro adottato può trattenere fino al 95% delle polveri sottili. In più, mantenendo costante la pressione in tutta l’abitazione, tiene alla larga anche le infiltrazioni di Radon, un altro agente-killer per i nostri polmoni – l’OMS lo indica come la seconda causa di cancro ai polmoni al mondo.
Ecco così che un semplice dispositivo, facilmente installabile e che non implica grandi investimenti economici, può davvero fare la differenza nella nostra qualità della vita, garantendo alla nostra casa un’atmosfera più pura e salubre in ogni momento, anche mentre non ci siamo. Così tornare a casa sarà davvero un sospiro di sollievo.
La rubrica sulla qualità dell’aria da pochi mesi si è spostata su un blog tutto suo: AirSharing.