In Italia, si sa, non mancano leggi e regolamenti. Alla prova dei fatti, però, proprio l’abbondanza di criteri normativi si traduce in un universo di applicazioni e interpretazioni poco coerenti con l’intenzione delle norme e comunque piuttosto differenti fra loro. Proprio per questo è molto interessante il lavoro fatto recentemente dalla Provincia di Lucca, in collaborazione con INBAR, l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, che ha sondato il modo in cui il territorio ha recepito le norme del Regolamento Edilizio Unico Nazionale.
Dal report, presentato due settimane fa in una conferenza sul tema della bioedilizia, emerge una situazione piuttosto eterogenea, e insieme una certa tendenza (anche positiva in molti casi) da parte dei Comuni a “tradurre” i regolamenti ufficiali adattandoli alle specifiche realtà locali.
Laddove però a livello macro le questioni sembrano giocarsi sui tempi delle certificazioni energetiche e della valutazione delle performance degli immobili, quando si scende alla dimensione comunale ci si trova di fronte a regolamenti applicativi spesso contraddittori o poco concreti.
Un esempio su tutti è la questione delle fonti rinnovabili: presente nell’88% dei regolamenti comunali, è incentivata attivamente solo nel 39% dei casi. Altro caso è quello della qualità dell’aria negli ambienti indoor, tanto cara ai nostri cugini di Thesan: benché sia un tema in forte crescita a livello europeo, solo il 20% dei Comuni lucchesi lo considera nei propri regolamenti, e in un solo caso su dieci sono previsti incentivi economici o fiscali.
Il report completo, consultabile qui, offre molti spinti interessanti in questa direzione.
Si nota dunque una netta differenza fra quanto indicano le buone pratiche e quanto realmente promosso dagli enti locali.
L’edilizia a Lucca
Quello del territorio di Lucca è un esempio prezioso perché emblematico di una situazione che può facilmente estendersi a tutto il territorio nazionale, e che indica quanta strada ci sia ancora da fare nel nostro settore. Solo recependo in modo sistemico il Regolamento Edilizio Tipo Nazionale e facendo informazione verso i cittadini si potrà pensare di colmare il divario fra teoria e realtà, facendo un passo verso un’edilizia realmente responsabile.